Le “anime pezzentelle” del Cimitero delle Fontanelle

Una delle città italiane più ricche di opere artistiche è sicuramente Napoli, ai visitatori offre anche, tradizioni, cultura, folclore, gastronomia e tanto altro. Un luogo di interesse è situato nel Rione Sanità in via Fontanelle, 80, il famoso Cimitero delle Fontanelle che ospita tutt’oggi le cosiddette “anime pezzentelle”.

Storia del Cimitero delle Fontanelle.

Chiamato in questo modo perché in passato vi era la presenza di fonti d’acqua. Questo antico cimitero si fa risalire al XVI secolo, al suo interno si trovano esposti in maniera ordinata teschi, ossa varie e anche degli scheletri esposti in teche. L’ossario si trova in una cava di tufo giallo grande 3.000 m2 per un volume di 30.000 m3 circa.

Per la maggior parte, le salme contenute nel cimitero appartengono alle vittime di due grandi epidemie avvenute a Napoli, quella della peste nel 1656 e quella del colera nel 1836. Però nell’ossario riposano anche i corpi delle persone povere che non potevano permettersi una degna sepoltura.

Vi furono inoltre, anche altri avvenimenti che causarono la morte di molte persone poi sepolte nel cimitero.

Ai tempi della peste, nel 1656, si stima che quella pestilenza provocò la morte di circa 250.000 persone (alcuni dicono perfino 300.000), su una popolazione di 400.000 abitanti. Un numero davvero impressionante, e queste salme furono portate proprio nella cava che divenne poi il Cimitero delle Fontanelle.

Dopo l’epidemia di peste del 1836, un’ordinanza bandì gli ossari nelle confraternite e nelle parrocchie che si trovavano in città. Così tutte le salme vennero trasferite nel Cimitero delle Fontanelle.

L’ossario rimase abbandonato fino al 1872, poi Don Gaetano Barbati insieme a delle popolane, riuscì a ordinare le ossa nella posizione in cui attualmente si possono vedere.

Si stima che ci siano contenuti all’incirca 40.000 resti di umani. Sono tutti anonimi ovviamente, fatta eccezione per due scheletri che sono esposti in bare con lastra di vetro: il primo è quello di Filippo Carafa, Conte di Cerreto dei Duchi di Maddaloni, che morì il 17 luglio 1797 e quello di Donna Margherita Petrucci nata Azzoni, che morì il 5 ottobre 1795.

Famoso è il culto delle anime pezzentelle.

In pratica le persone adottavano un cranio, chiamato capuzzella al quale è collegata un’anima abbandonata e quindi pezzentella. Pregavano, la curano e la sistemano in cambio di protezione. Capuzzelle famose sono quelle del Capitano e di Donna Concetta: ‘a capa che suda.

Il cimitero infatti fu chiuso nel 1969 proprio perché vi era preoccupazione per il feticismo del culto, fu poi riaperto nel 2010.

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