La Cattedrale di Santa Maria Assunta in Trani

Con la sua imponenza monumentale, tutta in bianco, domina il centro storico della cittadina pugliese ed è legata a doppio filo con le vicende di San Nicola Pellegrino, sbarcato a Trani a ridosso della sua morte e autore di diversi miracoli (e per questo canonizzato).

La sua ‘bianchezza’ è data dalla pietra utilizzata per la sua costruzione, un tufo calcareo estratto proprio dalle cave di Trani.

Di stile romanico-pugliese, la Cattedrale si erge praticamente a ridosso del mare, tanto da suscitare un incantevole effetto ottico che vuole l’edificio religioso ‘sospeso’ sull’acqua.

Iniziata nel 1099, la Cattedrale fu consacrata ancor prima del completamento(raggiunto all’incirca nel 1200, eccezion fatta per il campanile).

santa-maria-assunta-in-traniAl suo interno furono ospitate le reliquie di San Leucio – successivamente trafugate – e in seguito, nella parte inferiore della chiesa, le spoglie di San Nicola.

Già dalla facciata si intuisce l’influenza degli stili architettonici arabi, seppure la stessa ricordi gli archetipi pisani.

Il portale bronzeo fu realizzato da Barisano da Trani nel 1180: vi si accede tramite una doppia rampa di scale. Sempre sulla facciata sono visibili tre finestre e un piccolo rosone, decorato con figure zoomorfe.

A dominare l’intera costruzione troviamo il campanile, aggiunto successivamente al completamento della Cattedrale.

Entrando nella chiesa, si nota subito la tripartizione in navate e la caratteristica molto spoglia dell’edificio religioso (un tempo pare fosse molto più ‘fastosa’).

La parte inferiore è quella che conserva ancora i dettagli e le fattezze originarie, ed è suddivisa in due cripte: quella di San Nicola, dove si trovano appunto le reliquie del santo, e quella di Santa Maria.

Per arrivare al luogo dove si trovavano le reliquie di San Leucio bisogna procedere lungo una scaletta: all’interno dell’ipogeo (che si trova sotto il livello del mare) vi sono alcuni affreschi ormai irrimediabilmente compromessi dal cattivo stato di conservazione.

Restano ancora alcuni elementi dell’originaria pavimentazione musiva: tra questi, anche l’episodio del Peccato Originale di Adamo ed Eva.

 

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